Dylan Dog – Memorie dall’invisibile
L’invisibile grandezza di Tiziano Sclavi
“Ma che sta succedendo al nostro paese? Che sta succedendo al mondo? Sembra che siamo tutti invisibili gli uni per gli altri. Sembra che niente abbia più importanza. In un mondo così è dura scoprire chi sia il mostro…”. L’uomo invisibile di Tiziano Sclavi, nell’albo numero 19 di Dylan Dog intitolato per l’appunto Memorie dall’invisibile, è forse una delle opere del suddetto autore che mette in maggior risalto la sua poetica. L’esistenzialismo è il contesto in cui si muovono i pensieri di Sclavi e l’horror è il genere che l’autore sfrutta per veicolarli. Dylan Dog, riesce egregiamente a cavalcare la “moda” dell’Horror anni 80 utilizzando le numerose caratteristiche del genere adatte ad esplorare il “lato oscuro” degli uomini. I mostri di Sclavi sono tormentate creature immerse in un mondo di esseri umani senza anima, che perseguitano i mostri ma non hanno coscienza della loro mostruosità. Così, con le sue storie, Sclavi riesce a coinvolgere gli amanti del genere toccando le corde dell’emotività più profonda. Forse fu proprio questo che decretò l’enorme successo di Dylan Dog e forse proprio a causa di questo enorme successo che Sclavi non riuscì mai ad essere considerato un genio della letteratura, nonostante ottimi romanzi come Nero o Non è successo niente.
Nell’ Aprile del 1988 esce il numero 19 di Dylan Dog: 1500 lire il prezzo di copertina, il corrispettivo “a sentore” di chi quegli anni li ha vissuti, di circa 2 euro di oggi. E con due euro si acquistava un capolavoro che andava ben oltre la soglia del fumetto commerciale, tanto bistrattato dalla critica dell’epoca, quanto rivalutato oggi. Noi esistiamo solo perché c’è almeno una persona che ci conosce, ma cosa succede se questa muore? Questa è la tematica di Memorie dall’Invisibile, un’opera che toglie ogni dubbio su quanto sia stato un errore considerare il fumetto un arte minore. Tiziano Sclavi e gli splendidi disegni di Giampiero Casertano con quest’albo evidenziano la solitudine della società moderna, una solitudine già presente negli anni 80 e oggi ancora più evidente nell’epoca dei social media. Tutto viene magistralmente diretto: dall’intreccio alle atmosfere sino ai dialoghi. Non c’è spazio per riempitivi, tutto è invisibile ma terribilmente evidente.
In un panorama contemporaneo in cui cinema, musica e letteratura sono ormai intrappolati nel limbo creativo del puro intrattenimento e non riescono a proporre chiavi di lettura adeguate dell’età contemporanea, è interessante constatare come un fumetto commerciale di oltre tre decadi fa come Memorie dall’invisibile risulti incredibilmente attuale.