Nekromantik

Oltre il nulla

Nekromantik di Jorg Buttgereit è un film “ribelle”, un’opera non “per tutti”, uno dei film più estremi che siano mai stati realizzati: con lo spunto della necrofilia si contempla con totale rassegnazione l’assurdità della vita.
Cinema estremo quindi, ma a differenza di pellicole come A Serbian film o The human Centipede, dove apparentemente l’unico intento è quello di disturbare lo spettatore con violenza e situazioni disgustose,  in Nekromantik il morboso triangolo amoroso tra lui, lei e un cadavere viene narrato “poeticamente” ed è forse questo a creare il principale spaesamento nello spettatore. Il film, girato in 16 mm nel 1987 e distribuito inizialmente in VHS dal produttore Manfred Jelinski, raggiunse negli anni 90 un considerevole successo di nicchia diventando una visione obbligatoria per gli appassionati della cosiddetta sottocultura.  La distribuzione fu vietata in Inghilterra, conferendo così all’opera un’aura di mistero ancora più sostanziosa e consacrando Buttgereitt come nuovo genio dell’horror.
In Nekromantik la vera tematica è il nichilismo e il veicolo utilizzato dal regista per analizzarlo è il cosiddetto “cattivo gusto”: una storia d’amore necrofila dove il protagonista (Daktari Lorenz, anche autore di alcune musiche) fa l’”errore” di portare a casa un cadavere che diventerà l’amante della sua compagna la quale, affascinata dal suo nuovo boyfriend decomposto, fuggirà con lui. La pellicola si avvale di “eleganti” scene di sesso con il morto accompagnate da  romantiche musiche al piano (eseguite dallo stesso Daktari Lorenz, John Boy Walton, Hermann Kopp) e lo scannamento di un coniglio (probabilmente ripreso da autentici momenti di vita contadina).
Il risultato finale è spiazzante  e riesce a toccare corde che forse non dovrebbero essere neanche sfiorate, ma proprio questo rende Nekromantik degno di considerazione.  Una sorta di poesia di “cattivo gusto” fatta da un ragazzino arrabbiato. Una poesia estrema visivamente ed emotivamente, che ad ogni visione crea una sorta di trauma nello spettatore. Perché in definitiva ciò che Nekromatik riesce a fare, è evidenziare lo stato di solitudine dell’esistenza umana.
Zero budget, zero sceneggiatura, solo un grande regista e della pellicola 16 mm. E’ curioso constatare come oggi questo “film maledetto” non sia più considerato quella visione obbligata per i giovani cinefili arrabbiati, troppo spesso impegnati a realizzare opere stilisticamente perfette ed emotivamente discutibili.
Ci troviamo di fronte ad un’opera frutto di una mente contorta autrice di un film così spiazzante da non poter neanche essere  definito una visione consigliata per ogni cinefilo. Siamo circondati da visioni di violenza, le relazioni tra le persone sono violente e ci troviamo continuamente a stretto contatto, spesso inconsapevole, con la morte, e Nekromantik (forse) scandalizza perché mostra l’amore per la morte e si permette di farne poesia. Un film oltre il nulla, altamente sconsigliato, e per questo estremamente affascinante.